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Una nuova storia dalla Taverna "Cleaved Maiden"

Discussione in 'Gothic Saga' iniziata da Emelos, 8 Settembre 2010.

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  1. Emelos

    Emelos Editore Editore

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    Una nuova storia dalla Taverna "Cleaved Maiden"

    Qualche giorno fa su World of Gothic è stata pubblicata una nuova storia della serie "Cleaved Maiden" creata da Spellbound per introdurci all'isola di Argaan attraverso i racconti di Murdra, taverniera conosciuta per il suo carattere burbero e grezzo.

    Questa volta gli eventi narrati sono molto vicini all'incipit di ArcaniA - Gothic 4: i myrtaniani guidati dall'ormai malato Re Rhobar III stanno per sbarcare. Gorn e Diego tuttavia decidono di fare il loro ingresso in scena con qualche giorno di anticipo.

    Vipere del Sangue

    Hans-Jörg Knabel

    Murdra aveva appena perso quel poco che restava della sua cena, tornò correndo dalla grotta ripostiglio con Rauter. Ora se ne stava in cucina, le ascelle inzuppate di sudore, il sapore amaro di bile sulla lingua, cercando a tentoni la gamba di legno che teneva sempre a portata di mano, dopo la morte di Belgor, proprio a fianco del zuppiere. Aveva afferrato la gamba con le dita traballanti, ma non era riuscita a calmare i suoi nervi. “Stanno arrivando”, pensò più e più volte. “Stanno arrivando!”. Nella sua mente, la locanda Cleaved Maiden era già un mucchio di macerie fumanti e la gamba di Belgor ridotta in cenere. "No!" Borbottò Murdra risolutamente, tirando la gamba di legno al petto. Non avrebbe mai mollato, giurò a se stessa. Non importa come! Afferrò strettamente la gamba e lasciò vagare lo sguardo attraverso la stanza.

    I suoi clienti erano ammucchiati davanti alla finestra rivolta verso il mare, premendo il naso contro il vetro, sostenendo rumorosamente di aver visto con i loro occhi forme vaghe nella nebbia.

    "Vele!"

    "Dove?"

    "Ecco! Dieci di loro, almeno! "

    "Non riesco a vedere nessuna vela."

    "Sei cieco?"

    "Cosa? Quelli sono alberi! "

    "So distinguere un albero da una vela, ignorante!"

    "Non arriveremo da nessuna parte!" La voce Rauter riecheggiò attraverso le chiacchiere. "Questa dannata nebbia ci rende inquieti, giusto? Dovremmo spegnere le luci. Non ci troveranno con le luci spente!"

    Dalla folla si levarono mormorii di approvazione, e i clienti iniziarono velocemente a spegnere ogni torcia e candela che potessero raggiungere.

    "Perché non lasciate semplicemente le luci accese?" Murdra non riconobbe la voce. Uno straniero era seduto vicino all'ingresso, non lontano dal bancone. Non lo aveva notato prima. Indossava una camicia bianca con maniche larghe sotto una giacca di pelle liscia e i suoi capelli brizzolati erano tirati indietro a coda di cavallo. Sul tavolo davanti a lui c'era una sciabola inguainata in un fodero ornato.

    Giusto quello che mi serviva, pensò Murdra. Un pirata!

    Rauter si fermò al tavolo del pirata. "Il Myrtaniani stanno arrivando", spiegò. "Dobbiamo proteggerci, giusto?"

    "Stando seduti al buio?"

    "Non troveranno la Cleaved Maiden se lo facciamo!"

    Il pirata sollevò un sopracciglio. "Se il Myrtaniani sono veramente là fuori, conoscono già la taverna e dove trovarla. E se non la troveranno stasera, sarà domani".

    "Sangue e tuoni, hai ragione", tuonò Rauter. "Allora, cosa facciamo?"

    "Niente", rispose il pirata.

    "Niente? Ci faranno a pezzi!"

    "Non siete soldati", rispose il pirata. "I paladini vi trascineranno in giro vi daranno lezioni su Innos e le virtù dell’ordine, ma non vi uccideranno".

    "Non è quello che ho sentito", mormorò Grengar che stava li vicino, nervosamente aggrappato alla sua ascia da boscaiolo.

    "Chiacchiere", rispose il pirata.

    Grengar cercò di controbattere, ma qualcuno lo zittì.

    "Sento passi nel cortile!"

    "Il Myrtaniani!"

    ”Stanno arrivando”!

    "Questi non sono i Myrtaniani", disse il pirata. "Questo è un amico".

    "Come lo sai?" mormorò Grengar sospettoso.

    "Torniamo da un lungo viaggio, io e lui", il pirata rispose. "So che sono i suoi passi."

    "Stai mentendo!”, sibilò Grengar. "Una spia - questo è quello che sei! Vuoi metterci in balia dei Myrtaniani, ma non potete ingannare i boscaioli di Stewark!". Sollevò l'ascia e si piantò davanti alla porta. Lo sconosciuto alzò gli occhi e scosse la testa, ma non si mosse per prendere la sua sciabola. Tutti fissavano Grengar. Murdra notò che le sue braccia stavano tremando.

    La porta si spalancò.

    Innos ci protegga, pensò Murdra, stringendo la gamba di legno al petto. Un guerriero dalla pelle scura con muscoli scolpiti varcò la soglia. Indossava una pesante armatura di cuoio rinforzato con sporgenti coprispalla di ferro che lasciavano scoperte le braccia nude e forzute. Il manico di una potente ascia da battaglia a due mani sporgeva da sopra una spalla. Murdra aveva già visto un guerriero scuro prima, ma non con un’enorme scure sulla schiena - o un guanto di ferro grondante sangue.

    Grengar non si spostò. Il guerriero oscuro si fermò. Corrugando la fronte girò uno sguardo incuriosito al boscaiolo con la scure in mano. «Che cos'è questo?" Chiese con calma, indicando l'arma.

    "Uhm ... la mia ascia ", balbettò Grengar.

    Il guerriero oscuro si mise a ridere. "Questa è a malapena un'accetta, ragazzo." Gettò il pollice sopra la spalla. "Questa è un’ascia!". Senza prestargli ulteriore attenzione, superò Grengar e si diresse verso il tavolo del forestiero. Le braccia di Grengar si abbassarono. Seguiva il guerriero scuro con gli occhi e uno sguardo impotente sul suo volto. C'erano gocce di sudore sulla sua fronte.

    "Qui", disse il guerriero oscuro, lanciando il guanto di ferro sul tavolo. Un serpente, rosso come il sangue, si intravvedeva sul guanto, era stato dipinto sul fasciame di ferro. Il pirata diede uno sguardo all’emblema. "La Vipera di Sangue", disse.

    "Circa due dozzine”, affermò il guerriero oscuro. "Sono sbarcati giù alla spiaggia. Ho preso uno dei loro esploratori che violentava una ragazza".

    "Jilvie?" chiese Rauter con voce preoccupata.

    "Come faccio a saperlo?" brontolò il guerriero oscuro. "Ha vomitato quando ho tagliato la mano ed è scappata via nella nebbia".

    "Queste Vipere di Sangue, sono Myrtaniani, giusto?" chiese Rauter.

    Il pirata annuì. “Sono mercenari. Uomini di Drurhangi”, disse. "Mercenari con una reputazione… ripugnante."

    "Che cosa significa?" chiese Grengar.

    Il guerriero oscuro lo guardò da sopra la spalla." È ora di mostrare che cosa puoi fare con quella piccola accetta , ragazzo", disse seccamente. Si allontanò dal tavolo e si diresse verso le scale.

    "Dà loro un caloroso benvenuto, amico mio", gli disse il pirata, "ma aspetta finché un po’ di gente non si sia radunata nella taverna questa volta!".

    "Sì, sì", borbottò il guerriero oscuro, salendo a grandi passi per le scale. "Sì, sì". Sparì dietro l'angolo, ma Murdra poteva ancora sentire i suoi passi pesanti in galleria. Un crack forte risuonò proprio sopra di lei, poi un altro. “Mi sta sfasciando la ringhiera, il cane”, pensò Murdra fissando imbronciata una scheggia di legno che era caduta sul bancone.

    "Non eviteremo lo scontro, giusto?" chiese Rauter.

    "Esatto!”, disse il pirata. "Chiunque abbia un arco farebbe meglio a mettersi sul balcone per coprire il cortile. Gli altri dovrebbero nascondersi nelle stalle e attaccare le Vipere di sangue dal retro. Ma aspettate di sentire il mio amico spaccare qualche testa. Questo sarà il nostro segnale."

    L’uomo lasciò i tavoli. Alcuni seguirono il guerriero scuro al piano superiore, altri si diressero verso le scuderie. Solo Murdra e Rauter rimasero. Il pirata si alzò afferrando la sciabola. "E tu?", chiese a Rauter.

    "Ti coprirò le spalle", disse Rauter. "Terrò d’occhio la porta della cucina. Se uno di loro dovesse cacciar fuori il suo brutto muso, glielo farò a pezzi! "

    Il pirata annuì. "E tu?", chiese a Murdra.

    "Io resterò dietro il bancone", disse con fermezza.

    Il pirata strinse le spalle, poi si voltò e si diresse verso la cantina in fondo alla locanda. Murdra sentì un tonfo pesante. Aveva appena sbarrato la doppia porta del cortile. Rauter si avvicinò alla porta della cucina, girò la chiave nella serratura e verificò che fosse saldamente chiusa. "Non ti preoccupare", disse, e la raggiunse dietro il bancone.

    Dopo quella che sembrava un'eternità, Murdra udì dei passi e il tranquillo sferragliare delle armi nel cortile. Rauter si accucciò dietro il bancone. "Faresti meglio a cercare una copertura!" sussurrò, ma Murdra rimase ostinatamente dove si trovava. Voleva vedere cosa stava per accadere nella sua locanda. Poi era troppo tardi per cambiare idea - la porta si aprì con un botto, e una dozzina di mercenari, con un serpente rosso sangue dipinto sul petto, fece irruzione nella stanza. Due avevano balestre cariche e a portata di mano, gli altri erano armati di spade e mazze. Uno di loro si voltò verso Murdra con un sorriso.

    "Ehi Tock", rise, "vieni a dare un'occhiata a questa! E’ ancora più brutta della tua ultima donna!". Si avvicinò con insolenza al banco, ridendo, e si mise davanti Murdra. "Nessuno qui, eh?" Sogghignò. Murdra scosse velocemente la testa. Il mercenario rise di nuovo e sputò sul pavimento. "Oh, li staneremo col fumo, va bene. Tutti abbiamo bisogno di un piccolo fuoco." Alzò una mano e afferrò Murdra per la gola. "Hai visto un brutto bastardo con la pelle nera e un enorme ascia passare qui? O un fanfarone vestito come un damerino?". Murdra non rispose. Stava lottando per respirare. "Su sputa il rospo! Potremmo anche lasciare la tua schifosa baracca intera!". Il mercenario allentò la presa, e Murdra tossì, senza fiato. Sopra la testa, poteva udire rapidi passi pesanti, seguiti da un forte crack e il suono di legno che si scheggia.

    La pesante galleria piombò tra la folla. Prese il loro capo proprio sulla testa, fracassandogli la faccia sul bancone. Nella fretta, i balestrieri lanciarono le loro frecce, ma senza colpire niente. Con un grido selvaggio, il guerriero oscuro balzò dalla galleria, abbattendo un altro uomo con il peso della sua ascia.

    "Io sono Gorn!", tuonò alzando la sua ascia. "Chi vuole giocare?" Il mercenario di fronte a lui non ebbe tempo per rispondere. Cercò di alzare lo scudo, ma era troppo lento. La scure lo colpì sull’elmo con fragore, scaraventandolo di lato. Il resto del gruppo battè precipitosamente in ritirata verso la porta della cantina, dove incontrarono la sciabola del pirata. Nel frattempo, Rauter saltò sul bancone e affondò la spada nel collo di un mercenario che lottava per liberarsi dal parapetto.

    "Amo questa merda!" ruggì il guerriero oscuro, abbattendo i suoi avversari.

    Altre urla e sferragliare di armi si sentiva dal cortile. Murdra fissò il mercenario il cui corpo contratto era accasciato sul bancone, e la massa polposa che una volta era la sua testa. Si sentiva risalire la bile in gola. Devo uscire da qui, pensò correndo verso la porta della cucina e armeggiando con la serratura. Quando aprì la porta, una figura oscura balzò verso di lei sbucando fuori dalla nebbia. Murdra fece oscillare la gamba di legno, colpendo il suo aggressore sull’elmo. Lui inciampò e Murdra lo colpì di nuovo, questa volta proprio sul naso. Il mercenario cadde in ginocchio, sanguinante, cercando di concentrare lo sguardo su Murdra. Radunò le forze per un colpo finale, ma il suo aggressore afferrò le cinghie di cuoio della gamba di legno e gliela strappò dalle mani. Murdra fuggì passando dalla porta della cucina, su per il sentiero dietro la Cleaved Maiden. Guardando indietro, riuscì a malapena a distinguere il recinto di legno della sua taverna attraverso la nebbia ed i suoni attutiti del combattimento in lontananza.

    Come si fermò per riprendere fiato, realizzò di aver perso la gamba di Belgor. “Andata. Per sempre”, pensò con amarezza. “Avrei voluto salvarla”. Era troppo tardi ormai: dietro di lei, poteva sentire passi e rabbiose maledizioni. Mi sta inseguendo! Pensò Murdra incespicando fuori dal sentiero. Corse su per la collina che porta al bosco, e ben presto raggiunse i primi alberi.

    Mentre correva davanti a un grosso masso, qualcuno l'afferrò e la tirò a terra. Provò a urlare, ma le fu impedito da una forte mano saldamente premuta sulla bocca. Come i suoi occhi spaventati riuscirono a mettere a fuoco, vide il volto noto di Craglan. Il maestro della dei rangers mise un dito davanti alla bocca. Sentiva il rompersi di rami più in basso, quindi il banco di nebbia si gonfiò rivelando il suo inseguitore. Craglan alzò il dito sulle labbra e lo puntò verso il mercenario. Il breve sibilo delle frecce si stagliò nella la notte, poi tutto tacque. L'uomo vacillò, si rovesciò, e rotolò giù per la collina. Craglan alzò la mano dalla bocca di Murdra. "Ce ne sono altri?", sussurrò.

    "Non so", balbettò Murdra. Ascoltò eventuali segni di inseguimento, ma tutto quello che poteva sentire erano le urla in lontananza.

    "E’ perduta. Per sempre! ", gemette.

    "Che cosa è perduta?" Chiese Craglan.

    "Gamba di Belgor", singhiozzò Murdra." l'ho abbandonata, in cucina. Volevo salvarla, l’avevo giurato, e ora starà bruciando con la locanda!"

    "Io non la penso così", rispose Craglan, alzandosi. "Ascolta!"

    Dalla taverna si sentiva esultare. La lotta era finita. Murdra si rimise in piedi e corse giù per la collina. Entrando dalla porta della cucina, trovò il pirata in piedi dietro il banco. Stava esaminando la gamba di Belgor.

    "Questa è tua, non è vero?", chiese. Murdra annuì, resistendo alla tentazione di strappargliela dalle mani. "Questa è una lavorazione impressionante», disse porgendole la gamba con un cenno di approvazione. Lei la prese rispettosamente e corse la punta delle dita sul legno. Ogni segno e ogni tacca era a posto, proprio dove dovevano essere.

    "Re Ethorn ordinò di crearla. Per mio ultimo marito", disse.

    "Capisco."

    Tese una mano la mano. "Sono Murdra".

    "Diego", rispose il pirata, e la strinse.
     

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