Parlo di questo qui:

La classe non è acqua e la saga di Resident Evil, pur con alti e bassi, riesce quasi sempre a sfornare prodotti magistrali.
Ovviamente deve piacere il genere.
Resident Evil 7 Biohazard ha segnato una frattura con i numerosi capitoli precedenti introducendo la visuale in prima persona. L’innovazione ha scatenato l’entusiasmo di molti, che la trovano più immersiva, e l’indignata accusa di lesa maestà da parte dei giocatori più tradizionali.
Personalmente, malgrado la mia famigerata antipatia per la visuale in soggettiva, mi ero già fatto una prima run col gioco liscio e mi ero enormemente divertito.
Ora è uscita la mod per la visuale in terza persona e, dopo averla provata, me lo sono ribevuto.
La procedura è una Quaresima, per funzionare è necessario scaricare anche due programmini (e io, con la mia diffidenza…).
Anche perché non basta lo spostamento della telecamera: Capcom aveva creato il corpo di Ethan ma non la testa, quindi è necessario scaricare un’altra mod (e un altro programmino) per avere anche quest’ultima.
Non solo: ogni volta che si gioca è necessario lanciare il programma dedicato e riconfigurarlo…Le animazioni del protagonista sono penose, spesso la telecamera finisce dietro a un muro impedendo la visuale dell’azione ecc. ecc..
Ma il risultato vale comunque la pena, sembra un altro gioco e la mostruosa maestria con cui sono realizzati scenari e NPC salta fuori ancora più vivida.
Stupendo.
Del gioco forse avevo già parlato. Il plot è doverosamente arruffato e sgangherato, molto Jappu e funzionale, soprattutto, a supportare soprassalti, colpi di scena (in verità a volte abbastanza telefonati), creature concepite da una mente molto malata, degrado, sadismi compiaciuti, orrori sparsi, simbologie freudiane malate, gore a fiumi, enigmi e tutto il possibile campionario di sadismi e cliché disgustosi tipici del genere.
Stupendo.
Il tutto viaggia sotto una cifra talmente esagerata da rivelare subito una vena auto ironica non proprio sottile che i Dev non si curano di nascondere.
Ambienti e NPC sono realizzati con maestria e cura incredibili. Ogni luogo è impregnato da una cappa di malvagità tanto spessa da risultare tangibile.
L’assunto, in verità, è più alla “Silent Hill” che alla “Resident Evil": il povero Ethan riceve un video che gli è stato inviato dalla moglie Mia, scomparsa misteriosamente tre anni prima e creduta morta. Si cita una casa apparentemente abbandonata e fatiscente che pare sia stata teatro di tragici avvenimenti.
Da qui comincia la discesa agli inferi. Ethan dovrà rapportarsi con una famigliola veramente inquietante e cercare di capire e trovare l’origine di tanta pazzia.
Il gameplay è: esplorazione, soprassalto, esplorazione, enigma, esplorazione, enigma, mostro assetato di sangue, esplorazione, enigma, (brutta) sorpresa ecc.ecc..
Sta di fatto che il ritmo non cala mai e l’ansia di “cosa succederà dopo e perché” costringe a fare le ore piccole.
Infine: una menzione d’onore anche per il sonoro: sempre atmosferico e sempre funzionale alle immagini. Doppiaggio in italiano una volta tanto non criticabile.